Estate succosa con “Dolce e crudo”

Avete mai assaporato un dolce non cucinato?

Qui a Londra ci sono dei posticini favolosi per torte raw, torta alle carote, al cioccolato, mousse. Questa settimana è venuto un amico a trovarmi e abbiamo entrambi preso un tiramisù crudista per dessert: buonissimo!

dolce-crudo-giovanniniAmmetto che anch’io all’inizio ero titubante, ora non ho alcun dubbio sulla loro freschezza e bontà, anzi voglio imparare a crearne e sperimentare! Finalmente è uscito Dolce e Crudo un ottimo libro in italiano, quindi anche tu che mi dici “E’ tutto in inglese, non capisco!” non hai più scuse.


Buona golosa estate a tutti 🙂

Cosa succederà?

Image

Il corso è andato benissimo e ora è tempo di aggiornamenti. Meglio darsi una svegliata rimarrà tale e quale? Berry Brains ingloberà tutti i progetti, Eyes Resort compreso? Sarà tutto in inglese o in italiano?

Oppure nascerà qualcosa di completamente nuovo?
Si prospettano tante belle news. Stay tuned! 🙂

Intanto ti ricordo di continuare ad essere autenticamente te e brillare nel mondo contribuendo e divertendoti.

Corso “Rilassa i tuoi occhi e migliora la tua visione” 23 Febbraio 2013

EyeA distanza di un anno ho realizzato ciò di cui scrivevo verso la fine di un mio post di un viaggio:
una giornata sul miglioramento visivo.
http://www.eyesresort.it/corso-23-febbraio.html

Il corso Rilassa i tuoi occhi e migliora la tua visione si terrà il 23 febbraio nella piemontese Alessandria, dalle 9:30 alle 17:30. I fortunati partecipanti avranno modo mettere in pratica tecniche di rilassamento oculare e per il corpo da inserire nella pratica quotidiana in base al proprio stile di vita. Trovi tutte le informazioni qui:
http://www.eyesresort.it/corso-23-febbraio.html

Son tanto felice di poter finalmente divulgare le perle del mio percorso nel miglioramento visivo ed iniziare a sradicare la convinzione che la vista non possa essere guarita.

Il progetto di Eyes Resort è cominciato questo autunno e sta crescendo pian piano, proprio stamattina si è aperta la possibilità di tenere un corso a Londra.

Spero di vederti in Alessandria, o di incontrare qualche tuo parente o amico a cui hai divulgato il corso

Una befana vegana ai fornelli! – Fotoricetta cardi besciamellosi

Oggi ho avuto il grande piacere di vedere parenti soddisfatti deliziarsi con un piatto vegano cucinato da me per il pranzo dell’Epifania: cardi con besciamella vegana!

arcobaleno-veganLa scorsa settimana ho acquistato il coloratissimo libro “Il Cucchiaio Arcobaleno”, un bellissimo libro di ricette vegane, completo di foto e commenti. Mi piace molto l’idea di dividere le ricette per colore e soprattutto l’effetto ruvido del cucchiaio in copertina 😀

Ho modificato una ricetta della sezione bianca, bisogna cucinare i cardi, fare la besciamella vegana, preparare i diversi strati in una pirofila e infornare.

Ok, devo rallentare?

Ingredienti per la mia ricetta modificata

640 g di cardi
mezzo limone

700 latte d’avena
70 olio EVO (Extra Vergine d’Oliva)
70g di farina 00
sale
noce moscata

una manciata di mandorle

Procedimento

Prima di tutto ho preparato gli ingredienti, li ho pesati e ho tritato le mandorle (il risultato è una polvere granulata, oleosa e goduriosa).

IMG764

I cardi mi son stati recapitati già cotti con un po’ di limone e tagliati a pezzetti lunghi circa 20 cm (grazie!), infatti ho modificato la ricetta originale per rendere gli ingredienti proporzionati. Inoltre la versione originale utilizza latte di soia e burro vegetale, io ho preferito usare latte d’avena (così da evitare legumi che infastidivano dei commensanti) e l’olio EVO. Direi che la scelta è stata azzeccata.

IMG765

Ho scaldato l’olio e, dopo aver tolto la padella dal fuoco ho aggiunto un po’ alla volta la farina mentre il latte d’avena si stava scaldando. Fate attenzione a mescolare bene per evitare grumi.

In questo momento ho aggiunto un pizzico di sale e noce moscata.

IMG766

Ho poi iniziato ad aggiungerete il latte d’avena con un mestolo, ho scaldato un po’ e poi ho di nuovo spento il fuoco in quanto la farina tende a cucinarsi molto velocemente.

Tutto pronto? E allora via di strati! Nell’ordine: poco olio – pangrattato – cardi – besciamella vegana – cardi – besciamella vegane – mandorle tritate.

IMG768

Ho infornato per 40 minuti a 200°C in un forno preriscaldato, fatto riposare qualche minuto e infine servito a tavola! Sono molto soddisfatta del risultato e sono grata per le facce soddisfatte in famiglia. Ripeterò!

IMG770

A seguire una bella insalatona fresca! Ultimamente sto ponendo attenzione sull’avere sempre una parte di cibo crudo, o meglio ne ho proprio voglia dato il mio amore per la freschezza e la frutta.

Un grande successo l’ha avuto anche una brutta befana appesa con una molla in cima ad una porta 😀

In ogni caso, buon appetito, buon anno e buona Epifania!

Cosa sto combinando?

Novembre sta finendo e dicembre é alle porte. Cos’ho combinato quest’anno?

Ho vissuto a Londra! Francamente ne ho fatte di tutte i colori, sicuramente mi sono messa in moto su più fronti. Ho ricevuto tanti no, alcuni bei sì. Ho lasciato perdere energie e pensieri su progetti e collaborazioni che non andavano avanti, ho creato dei nuovi progetti per mio conto e stabili collaborazioni che promettono bene. Ho vissuto da sola e ora in coppia. Ho visto posti e sentito musiche eccezionali. Ho conosciuto persone nuove e sono nate nuove amicizie. E non capisco perché in WordPress non trovi più la possibilità di avere un testo giustificato.

In breve: Londra, amore, famiglia, amici, musica, mare, progetti.

Continua a leggere

Oh, Buon anno! – It’s time to switch

by Chris Guillebeau

Buon anno!
Auguro ora buon anno, è il 2 marzo lo so, è andato bene il primo sesto di anno?

C’è chi festeggia il primo gennaio, chi il 24 gennaio, non vedo perché non festeggiare anche oggi.

BUON 2012!

Da quando ho iniziato questo blog qualche anno fa sono cambiate diverse cose. Ora son fisicamente laureata, giosamente fidanzata, vivo a Londra, ho un po’ viaggiato, mi son divertita, sono asintoticamente vegana, ho mangiato cibo di ogni tipo di cucina nel mondo, o meglio di tante, sentito tanta bella musica, riso con vecchi amici, conosciuto tante nuove persone. Tanti meravigliosi momenti puntellano questi anni come le stelle in un cielo notturno.

Ovviamente ci sono stati alti e bassi talvolta, ma con la giusta dose di pazienza, ascolto, creatività si superano e si procede.

What’s next?
Tante idee all’orizzonte come sempre, Londra è una novità mi voglio ambientare meglio, fare qualche esperienza lavorativa in qualche compagnia eccelletemente in linea con ciò che sono e voglio migliorare, mettermi in proprio con qualche progetto, e aumentare un po’ di abilità artistiche, scientifiche e finanziarie. E linguistiche, voglio riuscire ad interagire e creare contatti con gente interessante come mi capitava spesso in Italia nei luoghi più disparati.

Che l’avventura abbia inizio!

Memorie di una zingara ipertecnologica

(scritti di un viaggio semplice e meraviglioso, il titolo mi è saltato in mente seduta scalza sull’ultima fila di posti del bus, fra portatile, cavi e cellulare; stavo iniziando a scrivere sul Vaio poi carta e penna hanno avuto il sopravvento causa batteria agli sgoccioli. Forse ho scritto ipertecnologia per non scrivere nerd. Riguardo a zingara, mio zio al telefono ha argomentato “Tu non sei una zingara, sei una pulotta!”, insomma non so bene cosa significhi, ma in conclusione pare che io sia una pulotta nerd...)

Ammetto che avevo voglia di farmi un giro in bus invece che in treno, ma non ditelo in giro. Ogni mezzo di trasporto ha un suo fascino.

Scrivo da un piccolo bus sostitutivo di un treno, partito da Alessandria e diretto a Chivasso, io scenderò a metà del suo tragitto. Ormai il sole è tramontato, ma una piccola lampadina mi permette di vedere ciò che scrivo, i sobbalzi lungo la strada invece rendono la mia scrittura meno scorrevole del solito.

Son partita dal vercellese venerdì pomeriggio – Oh, che bella luna in cielo! Mi chiedo se qualcuno del bus se ne sia accorto – per passare una serata a Torino con amiche, sabato mattina all’ora di pranzo un nuovo treno mi portò a Genova Nervi, dove un bel bagno al mare mi diede il benvenuto in Liguria. Mare. Finalmente mare.

Ho poi passato bei momenti deliziosi e divertenti con gli amici genovesi, un bel weekend colorato e intenso. Lunedì ho inserito una trasferta vicino a La Spezia, per sentire la storia di un progetto a cui sto partecipando dalla voce di uno dei protagonisti. Chattate e chiamate ad amici lontani allientano le mie attese.

Un’altra bella serata in compagnia in quel di Genova e martedì mattina, ossia stamattina, ero pronta a tornare nel vercellese gratificata dai giorni appena trascorsi, ma mi attendeva una giornata di nuovi incontri e riflessioni, il viaggio non era ancora finito.

Alla mezza ero in stazione, ero cosciente dello sciopero, però il treno che m’interessava era stato annunciato e decido di attendere sul binario, il 17. Iniziano gli annunci dei primi ritardi, i viaggiatori in attesa prendono a chiaccherare fra loro, parlo con un architetto specializzato in reastauri e prevenzione da sismi – pare che i terremoti stiano diventando per me un argomento sempre più frequente – parliamo di ricerca, di progetti, di università di percorsi di vita, “Non sappiamo cosa farcene dei triennalisti”, bene, bene… non so cosa farmene di un lavoro da ufficio… a parte alcuni punti di vista opposti, ci si scambia informazioni, indirizzi email, e dopo la sopressione di due treni consecutivi ci arrendiamo all’evidenza e ci salutiamo. Due parole in inglese con due turiste svizzere di Zurigo e poi esco dalla stazione di Genova Principe.

Genova, con i suoi vicoletti, focacce e porti, mi vuole ancora tutta per sè. Accetto volentieri l’invito, giro, mangio e torno al Porto Antico, già salutato qualche ora prima.

Beata al sole, su una panchina di fronte al mare calmo fra le barche attraccate. Dormicchio, osservo la gente, leggo, godo del tepore del sole e del soffio di un vento leggero, il mio sguardo viaggia fra le strutture delle vele e le case dai romantici colori tenui incastonate sui monti che circondano la città.

Un uomo si ferma per far due parole, parliamo di venti, pirati, nota un luccichio nei miei occhi mentre dico “Amo questo posto”, io noto il grande affetto che nutre per Genova, la sua città, racconti di vita e piccole perle di saggezza si mischiano ad amarezze dell’attuale situazione italiana, mentre dietro di noi iniziano i preparativi della festa democratica, che entrambi chiamiamo festa dell’unità.

– il mio viaggio sul bus sostitutivo ha superato la metà del suo tragitto, riaccendendo il cellulare che ho messo a caricarsi collegandolo al portatile, le ultime gocce di batteria vengono avidamente risucchiate dal piccolo droide, chiamo casa “Sto arrivando” –

Saluti, vicoli, stazione. Di nuovo in stazione nel marasma di treni sopressi e ritardi, lo sciopero avrebbe dovuto finire un’ora fa. Binario 17, 15, 20, 15, 17, 15, 17, 20. Dopo un po’ di movimento fra sottopassaggi e una costosissima bottiglietta di tè freddo ci siamo, il treno è in arrivo sul binario. A fianco a me si siede una ragazza strabica ipovedente, avrei voluto raccontarle tante cose, il mio percorso di miglioramento visivo, le mie esperienze, ma crollo e mi addormento guardando gli ultimi fotogrammi della bella città di mare. Al mio risveglio mi attendono le risaie, il cambio di scenario è stato un po’ scioccante. Dall’acqua alla terra…
Scambio due battute con la ragazza, sull’università, sulla mia dormita per tutto il viaggio, non ho nulla da darle velocemente per darle qualche input sulla vista, non so quanto sarebbe aperta o interessata ad ascoltare dei miei miglioramenti, dei miei esperimenti, del mio cammino che ancora ora sta proseguendo… so solo che è ora di salutarsi, scendiamo, lei abbraccia la madre che l’aspettava sul binario, io mi fermo di fronte al tabellone luminoso per sapere se ci sia e da dove parta il mio prossimo e ultimo treno. Le nostre strade si dividono. Io scopro che il mio treno è stato sostituito da un bus, l’attendo nel piazzale esterno antistante alla stazione leggendo un libro. Eccolo, saliamo tutti, io mi siedo in fondo, mi sistemo e inizio a scrivere queste righe.

E ora ho voglia di scrivere per lei, raccontare il mio percorso legato alla vista, esprimere la mia opinione, far sentire la mia presenza – frase che mi colpì durante una lezione di arti marziali – rendere disponibile il mio percorso di miglioramento visivo, tutt’ora in crescita, condividere le scoperte fatte, argomentare meglio i miei consigli e un mio metodo unificato da proporre a chi fosse interessato a questo cammino. Per lei, per me.

Riguardo al benessere e all’alimentazione so che potrei sembrare un po’ radicale agli occhi di molti, posso comunque raccontare la mia esperienza, il mio stato di salute e la mia lucidità parleranno da sole nell’esprimere se funzioni – preferirei usare altri termini, ma l’interesse comune è quello – o meno rispetto ad atre abitudini più tradizionali.

Saluto ora…
sono quasi arrivata…

Il viaggio sul piccolo bus sostitutivo è passato scrivendo, ora rititro la temporanea postazione ufficio che ho tirato sù per quest’ora fra sedili e luci tenui.

😀

Grazie a tutti gli incontri, all’ospitalità, all’affetto, alle risate, alle nuove esperienze…
nuovi posti, nuovi volti, nuovi pensieri scivolano e si affacciano con serenità alla mia mente, sento una sensazione di pace e rinnovamento.
Grazie al nutrimento che ogni viaggio mi offre!

(insomma son stata bene in questi ultimi giorni, questo blog potrà subire variazioni prossimamente, se non essere distrutto e ricostruito, saluti ai lettori, a presto)

Premio Lagrange ad Albert-László Barabási

Wow. 🙂

Ieri sera sono stata alla consegna del premio Lagrange ad Albert-László Barabási

Il premio Lagrange è istituito dalla fondazione CRT, l’evento era ad invito, ma… diciamo che la pazienza è la virtù dei forti!

Albert-László Barabási è un fisico ungherese, tutt’ora sono disponibili in Italiano due sue pubbicazioni: “Link” e “Lampi”, di cosa si è occupato? Le ricerche oggetto delle serata sono state i collegamenti fra studi sociologici e modelli biologici, fisici, matematici, l’utilizzo e studio di social network come strumento per prevere andamenti futuri, non come una fotografia del passato; già nel 1999 con le prime ricerce sul World Wide Web, concluse che Internet non poteva essere definito come un network “connesso casualmente”, e formulò la teoria delle reti ad invarianza di scala (cosa su cui anch’io ho spesso riflettuto, e mi ha fatto piacere sentirne parlare, poi la parola multisciplinarietà è per me sempre fonte di paicere). Insomma pare che non possiamo parlare di World ‘Wilde’ Web 😉

Dopo le presentazioni è susseguita una conversazione tra Barabási e Alessandro Vespignani* guidata da Vittorio Bo**, Ottime discussioni su cui sto ancora riflettendo.

Ecco il video, fatto con uno smartphone dalla quinta fila, del discorso di ringraziamento del caro Albert dopo la consegna del premio:

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=OqIXZwwry9U&w=380&h=214]

Durante la serata è stato dato un riconoscimento speciale anche al fisico italiano Mario Rasetti che ha concluso con un gran bel discorso in cui esordì con “Mi ricordo quando Feynman mi raccontò di sei lezioni scritte da Faraday sulla candela… “. Settant’anni di pura passione per la scienza, rimango sempre commossa da quel luccichio negli occhi che traspare anche solo ascoltando le parole pronunciate.

Io mi ricordo di quando a Cambridge vidi la lettera in cui per la prima volta Faraday introdusse le parole anione e catione, non è un’esperienza paragonabile.

All’uscita buffet, not that vegan. Gran bella serata, piena di spunti e nuove riflessioni.

Ringrazio la mia amica Renata che leggendo l’evento sul giornale ha pensato a me, altrimenti me lo sarei sicuramente perso! Grazie!

——— 🙂 ———

*= direttore scientifico della fondazione ISI di Torino e del Centro di Ricerca per le Reti e i Sistemi Complesse dell’Indiana University

**=fondatore della casa editrice Codice Edizioni e direttore del Festival della Scienza di Genova

Raccolta differenziata

E.: “Quante mele!”, S.: “Mi sembrano le icone delle vite rimaste a SuperMario, spero di non svanire quando le avrò finite!”

Sono appena tornata dal mercato, sto scrivendo la tesi e non posso stare senza frutta. 🙂

Andando verso il viale alberato, dove oltre a fiori e a folte chiome verdi ogni mattina sbocciano anche banchetti di frutta e verdura, sono passata a buttare i rifiuti nei bidoni della carta, vetro, plastica, umido e indifferenziata.

Sì, faccio la raccolta differenziata. Ho alcuni aneddoti di discussioni con anziani signori che s’impegnano a leggere depliant informativi, divulgare a tutti quelli che conoscono e raccontarmi la storia della loro vita, as usual.

Le sorprese della raccolta differenziata: una pera di vetro a fianco del relativo bidone. A cosa serviva?!

Sì, ho fatto la netturbina pazza come volontaria alla fiera “Fa’ la cosa giusta” (<- date un’occhiata al sito!), ho conosciuto tante persone allegre ed interessanti e  mi sono divertita tantissimo.
Ne parlerò presto, ora voglio solo condividere un momento di vita al mercato.

Armata di borse di tessuto inizio col chiedere al fruttivendolo di strada dieci mele, che lui inizia a mettermi in una busta che mi pare plastica, gli chiedo gentilmente di mettermi il resto della frutta e verdura in buste di carta o nella mia di tessuto. Mi offre un mandarino, e io compro i mandarini. Mi offre una fragola, e compro pure le fragole (mi faccio corrompere troppo facilmente).

Tornata a casa svuoto le borse e… sorpresa! La busta non era di plastica ma in materiale biodegradabile, ed è stata subito promossa a borsa per raccogliere l’umido. Evviva i mercanti-commercianti intelligenti! Se tutti al mercato facessero così si ridurrebbe esponenzialmente il numero di sacchetti di plastica in circolazione.

Ricordate che se sotto un bicchiere è segnato un 7 all’interno di un triangolo, allora è di PLA e può essere buttato nell’umido in quanto compostabile; la carta pulita va nella carta, la carta sporca di umido nell’umido, la carta schifida o plastificata nell’indifferenziata.